Il Giro d'Italia: da Trieste a Ventimiglia

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CANDIDATI E PARTI CON NOI!

L'olimpionico Daniele Scarpa ritorna in canoa in difesa dei giovani e dello sport.

Nove volte finalista alle Olimpiadi. 
Oro assieme ad Antonio Rossi ad Atlanta ‘96, primato ancora imbattuto. 
39 titoli di Campione d’Italia. 
Primo classificato coppa del mondo ‘92 e ‘96. Sono solo alcuni dei prestigiosissimi titoli che Daniele Scarpa porta sulla sua canoa per testimoniare ancora una volta l’amore per lo sport che ha caratterizzato e continua a caratterizzare la sua vita.
E questa volta, a 53 anni, ritorna a pagaiare per un progetto che lo vedrà lungo tutte le coste italiane, quale importantissimo testimonial a salvaguardia dei giovani e dello sport pulito.
Una campagna fondamentale dove l’impegno primario di tutti è quello di continuare a lavorare per un futuro migliore per i NOSTRI ragazzi, motivandoli e sostenendoli nelle scelte più impegnative e per far loro capire quanto lo Sport possa essere compagno di vita e di ideali educativi.

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Doping, bullismo, alcol drinking, realtà nefaste che sporcano ed inquinano mondi che dovrebbero invece rappresentare quanto di più bello e sano la nostra società dovrebbe esprimere, sono i bersagli di un evento che, prendendo spunto dalla riuscitissima campagna che il governo Islandese ha portato avanti per i suoi giovani, vuole sensibilizzare i nostri ragazzi, le loro famiglie e le società sportive che con essi operano, per portare concretamente alla luce problemi che purtroppo vengono ancora colpevolmente sottovalutati.

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Chiaramente le date sono date a livello indicativo, dal momento che bisognerà tenere conto delle condizioni meteo e di eventuali modifiche dovute ai problemi organizzativi che potrebbero sorgere nei vari eventi. In ogni caso, eventuali modifiche, verranno prontamente aggiornate sul sito e sui social collegati.


OSPITI SPECIALI

A condividere con lui la lunghissima maratona
che lo condurrà da Trieste a Ventimiglia, non saranno solo le rappresentanze di enti ed istituzioni come il CONI, la FICK e gli Assessorati allo Sport dei vari Comuni, ma soprattutto campioni e personaggi nazionali ed internazionali che si alterneranno di volta in volta  sulla canoa rosa di Daniele.


SEGUI LE TAPPE DEL TOUR

Il progetto prevede il giro d’italia da Trieste a Ventimiglia da percorrere in canoa.
Saranno messi a disposizione di Daniele Scarpa tre scafi.
Uno singolo, uno doppio per quando condividerà il tragitto con un ospite e una canoa polinesiana da sette posti dal momento che è previsto il coinvolgimento di ragazzi e ragazze che, sia a bordo della canoa, che alle prese con le manovre del “Desire”, trascorreranno un’avventura all’insegna del progetto:
 “Sailing paddling mentoring by Daniele Scarpa”.

Ogni tappa avrà una copertura video e audio che consentirà di raccogliere giornalmente sia i racconti e i ricordi del grande campione che quelli dei suoi accompagnatori, materiale che, sommato a quello che verrà realizzato a bordo del Desire, permetterà di aggiornare quotidianamente il sito internet dedicato all’evento e i social ad esso collegati. Il materiale sarà inoltre utilizzato per la stesura di un libro a testimonianza di uno spaccato di vita e sport del nostro paese. 

Sono previsti comitati di ricevimento organizzati dalle società sportive locali che predisporranno, in molte tappe, convegni e dibattiti sul tema Doping e Bullismo.
A queste manifestazioni si aggiungeranno inoltre le associazioni femminili interessate alla presentazione del Tour “7 Magnifiche Sette” e a raccogliere le iscrizioni relative ai numerosi team che verranno successivamente formati.

Gare e manifestazioni sportive si svolgeranno sia nelle acque adiacenti ad alcune località, sia lungo percorsi più lunghi e impegnativi che toccheranno invece diverse tappe.

Purtroppo problematiche tecniche non hanno permesso di pianificare tappe anche nelle nostre isole maggiori, che saranno toccate invece nel viaggio di ritorno in relazione a un ulteriore impegno che Daniele Scarpa e “Desire Project” hanno assunto in questo importante viaggio.

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Sotto il patrocinio del CNR e di Green Cross Italia, verranno monitorate, da tecnici dello stesso CNR che si alterneranno a bordo del “Desire”, le acque dei nostri litorali, in quanto proprio la capillarità del tour fornisce un’occasione importantissima per la valutazione dello stato di salute dei nostri mari. 
Questa darà quindi l’opportunità di percorrere anche le coste della Sardegna e della Sicilia, permettendo di continuare, a fianco delle associazioni sportive e sociali che accompagneranno la canoa di Daniele, la testimonianza e l’impegno comune verso la lotta al Doping e al Bullismo.


IL MARE IN BOTTIGLIA: I rifiuti marini minacciano gli ecosistemi

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L’espressione “rifiuti marini” (marine litter) definisce qualsiasi tipologia di materiale solido persistente prodotto dall’uomo che sia stato scartato, smaltito o abbandonato in mare. Il marine litter consiste quindi in oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall’uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare, compresi quei materiali che, dispersi sulla terra ferma, raggiungono il mare attraverso i fiumi, il vento, le acque di dilavamento e gli scarichi urbani.

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I materiali che più comunemente compongono i rifiuti marini sono plastica, gomma, carta, metallo, legno, vetro, stoffa. Una volta in ambiente marino possono galleggiare sulla superficie del mare, essere trasportati sulle spiagge oppure giacere sui fondali. Risulta estremamente difficile quantificare la portata del fenomeno, ma si stima che circa 10 millioni di tonnellate di rifiuti finiscono annualmente nei mari e negli oceani.

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Gli oggetti in plastica sono di gran lunga il principale tipo di rifiuto che si trova nell'ambiente marino (60-80% dei rifiuti marini) ed anche quello più persistente, si stima infatti che occorrano centinaia di anni prima che la plastica si degradi completamente in mare. Rifiuti in plastica galleggianti possono percorrere notevoli distanze dal luogo di produzione ed accumularsi in particolari aree a causa delle correnti oceaniche che proprio in queste zone convergono, determinando la formazione delle cosidette “isole galleggianti di rifiuti” o “garbage patch”, nelle quali si può osservare una concentrazione di rifiuti pari a 25.000 – 100.000 oggetti/km2. Secondo alcune stime Eastern Garbage Patch sembrerebbe estendersi per circa 700.000 km².

I danni ambientali causati dai rifiuti plastici sono molteplici, e comprendono:

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impatto ecologico, con effetti letali o sub-letali su piante e animali mediante intrappolamento, danni fisici e ingestione, accumulo di sostanze chimiche attraverso le plastiche e facilitazione della dispersione di specie aliene mediante trasporto, oltre a danni ad ecosistemi particolarmente vulnerabili come le barriere coralline;

impatto economico a causa della riduzione del turismo, dei danni meccanici alle imbarcazioni e alle attrezzatura da pesca, riduzione del pescato e costi di bonifica;

impatto sociale a causa della riduzione del valore estetico e dell’uso pubblico dell’ambiente.

Il materiale in plastica può frammentarsi in parti più piccole a seguito dell’azione fisica operata dai movimenti del mare (onde, correnti, maree), a causa della fotodegradazione e dell’abrasione conseguente al contatto col fondale e la battigia. Il processo di frammentazione produce microscopiche particelle (<5 mm di diametro), dette microplastiche, che possono essere accidentalmente ingerite dagli organismi marini, soprattutto da quelli che filtrano l’acqua per nutrirsi. 

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Le microplastiche non derivano solo dalla frammentazione dei rifiuti in plastica. Negli ultimi 50 anni, infatti, le microplastiche sono state regolarmente utilizzate in prodotti per la cura personale e la cosmesi, sostituendo quasi completamente le opzioni naturali. Queste microsfere polimeriche sono presenti in prodotti che vanno dal dentifricio agli ombretti, in percentuali che variano da meno dell’1% a oltre il 90 % del contenuto.

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Le microplastiche, essendo di dimensioni ridotte, possono essere facilmente ingerite dagli organismi marini. L’assunzione delle microplastiche può essere un fenomeno molto rilevante che può determinare conseguenze negative per gli ecosistemi marini. L'ingestione di microplastiche è stata riportata in uccelli, pesci, organismi filtratori quali cozze, e zooplancton. Inoltre, evidenze scientifiche indicano che le microplastiche tendono ad assorbire gli inquinanti presenti in ambiente. Una volta ingerite, queste sostanze chimiche,  così come quelle utilizzate all'interno della plastica stessa (ad esempio gli ftalati, usati come plastificanti, i.e. sostanze che vengono aggiunte alla plastica per renderla flessibile), possono essere rilasciate ed assorbite nei tessuti degli organismi marini, e dare luogo a fenomeni di accumulo, anche a livello di catene trofiche.

ATTIVITA' PROPOSTE DAL NOSTRO TEAM

Censimento visuale di rifiuti marini galleggianti

Il monitoraggio dei rifiuti marini viene eseguito da 2 osservatori dalla prua di un’imbarcazione con una metodologia indicata per brevi transetti nelle aree selezionate e prevede di monitorare oggetti in un range dimensionale da 2.5 a 50 cm.

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Le indagini visive dovrebbero essere condotte lungo transetti di almeno 0,5 nm in lunghezza.

Attrezzatura: 

  •  Scheda di rilevamento dati;
  •  GPS;
  •  Binocolo reticolato;
  •  Fotocamera digitale.
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Larghezza del “corridoio di osservazione” in base all'altezza di osservazione e velocità dell’imbarcazione (da Guidance on Monitoring of Marine Litter in European Seas, European Commission Joint Research Centre Institute for Environment and Sustainability, 2013).

Durante le indagini visive, gli osservatori sono responsabili per il monitoraggio visivo di una superficie del mare di 90° sul lato di dritta dell’imbarcazione, all'interno di una larghezza definita del transetto (da Lippiatt, S., Opfer, S., and Arthur, C. 2013. Marine Debris Monitoring and Assessment. NOAA Technical Memorandum NOS-OR&R-46).

 

CAMPIONAMENTO DI MICROPLASTICHE

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Per il campionamento delle microplastiche viene utilizzata una rete tipo “manta” ideata per galleggiare sullo strato superficiale della colonna d’acqua e campionare quindi lo strato dove si trova la maggior parte di microplastiche.

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La manta viene calata lateralmente dall’imbarcazione e trainata per 20 minuti lungo un transetto fuori dalla scia dell’imbarcazione e con velocità compresa tra 1 e 2 nodi in modo da permettere alla rete di filtrare l’acqua senza rigurgiti. La tirata di 20 minuti deve essere realizzata in senso opposto alla corrente. 

Contestualmente ai campionamenti con la manta, i parametri caratterizzanti la colonna d’acqua verranno monitorati con una sonda multiparametrica.

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Grazie alla partecipazione a “Mare mostro”, campagna di Marevivo contro la plastica in mare, un occhio speciale sarà rivolto alla plastica: saranno utilizzate schede di segnalazione sulle plastiche abbandonate, senza tralasciare proliferazione di meduse e la Cystoseira, un’alga bruna in forte regressione nelle nostre coste.