In barca per il sociale


 

Le medaglie oro olimpiche DANIELE SCARPA E SANDRA TRUCCOLO, con la loro Associazione CANOA REPUBLIC, già attiva in numerose attività sociali, propongono ulteriori attività sportive e didattiche indirizzate alla Vela Terapy che, attraverso dinamiche particolari come la socializzazione a bordo e l’individuazione di mansioni e incarichi come la conduzione e l’esperienza del comando, permettono di sollecitare l’attenzione individuale.

Essere sottoposti a continue stimolazioni facilita la creazione di un contesto nel quale i problemi e le incombenze legate alla routine quotidiana vengono notevolmente ridimensionati fino ad essere totalmente dimenticati, favorendo il reinserimento sociale ed il recupero di giovani che, oltre a quelli fisici, possono presentare anche problematiche di socializzazione.

Il progetto, rivolto principalmente alle scuole e agli istituti di formazione, non è sicuramente il classico corso di vela, dal momento che non ha come scopo quello di preparare l’allievo a sostenere esami o a prendere patenti.

Si tratta piuttosto della somma delle varie attività culturali e sociali già presenti nel progetto “Desire”.

Nei corsi di navigazione dei Glénans, si trova una frase che ci trova perfettamente concordi:

“Se si vuole navigare a vela è buona norma, almeno al principio, non tener conto della teoria e ciò che si insegna nelle scuole di vela. La prima cosa da fare è imparare a nuotare, poi procurarsi una barca e partire.”

Questo perché riteniamo che nei ragazzi, ma non solo, ci siano più risorse di quelle che essi stessi possono immaginare e che vengono fuori solo quando lo stimolo è concreto.

Navigare non è solo un divertimento o una professione fine a se stessa, è soprattutto un mezzo per raggiungere un traguardo possibile, e se tra questi traguardi c’è anche quello di migliorare la qualità della propria vita, bisogna imparare a navigare bene.
Navigare a vela è utilizzare un insieme di tecniche e conoscenze marinare in modo ferreo e sicuro, ma esse non servono a nulla se costantemente non vengono affiancate dall’intuizione, e questa può nascere solo dentro di noi.

Per navigare bisogna aver prima di tutto la necessità o il desiderio di andare in qualche luogo, poi disporre della capacità di farlo, ma soprattutto avere la determinazione di arrivare in porto.
Serve coraggio, che poi non è altro che il superamento della paura, introspezione, autostima, in poche parole bisogna far emergere le nostre emozioni, stemperando nel contempo durezze, usure, rabbie.

Umiltà, tenacia, pazienza, cooperazione, continua vigilanza, sono solo alcune delle cose che si imparano a bordo di quella che paradossalmente, come dice lo stesso Björn Larsson nella “La saggezza del mare”, si può considerare una autentica prigione, ma che offre a tutti la più completa libertà.

Sulla barca ci devi stare, non puoi scendere o abbandonarla senza rischiare a volte moltissimo, ma al contempo ti permette di essere libero di sognare e di scegliere dove andare di fronte ad un orizzonte ininterrotto e senza limiti.
Il mare ci unisce, in mare siamo tutti uguali, se una barca è in difficoltà, istintivamente ci si ferma a soccorrerla non perché si è obbligati, ma perché scatta un istinto assolutamente spontaneo, una specie di solidarietà tra persone che hanno qualcosa in comune.

Per questo abbiamo studiato programmi mirati ai ragazzi, sia per quelli che già frequentano scuole ad indirizzo nautico, in modo che assieme ai loro insegnanti possano toccare con mano una parte del loro futuro, sia per quelli dove la vela e la navigazione possono rappresentare solo un divertimento o una futura passione.

L’arte della navigazione è un insieme di tradizioni e insegnamenti che ci hanno lasciato generazioni di uomini che per sostentamento, necessità o passione sul mare hanno vissuto la loro vita e per questo, all’inizio del nostro percorso, ai ragazzi verranno date informazioni sulla cultura e sulle tradizioni di Venezia, sull’ecosistema della sua laguna e sul mare circostante, in modo che sappiano dove navigano e in che modo navigare in pieno rispetto con la natura.

Apprendimento livello base:
Meteo-Mare-Nodi-Manovre-Tecniche di pesca

A TERRA
Si parte da una pianificazione in sede dove si impara che ogni viaggio è legato alla sua progettazione e alla sua preparazione, basandosi su temi del tipo:
. Cosa farò una volta a bordo
. A cosa serviranno le mie azioni.
. Quali relazioni dovrò avere.
. Quali competenze mi sono richieste.
. Cosa dovrò imparare.
Quindi si passa a definire gli obiettivi comuni di quell’uscita.

IN NAVIGAZIONE
Il fine è quello di comprendere il senso e il valore di quello che si sta facendo a bordo partendo da due aspetti educativi: la relazione con gli altri e la compilazione di un diario di bordo per narrare o documentare il proprio percorso.
Le tecniche di conduzione come la conoscenza dell’imbarcazione, il corretto armamento, l'orientamento, accrescono il senso di responsabilità e di autostima in un contesto di collaborazione e di obiettivi comuni. Mentre la gestione dell’emotività in situazioni di ansia e d’interazione in ambienti ristretti., permettono di acquisire strategie per la risoluzione dei problemi.

IN PORTO
Terminata la giornata ci si riunisce per una valutazione della navigazione, sui pregi e difetti, sugli errori e sulle intuizioni avute a bordo.
 

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